Il Sindaco Frassineti riceve l’Austrian Holocaust Memorial Award – fotonotizia, Forli24Ore

04.09.2016

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Il Sindaco Frassineti riceve l’Austrian Holocaust Memorial Award – fotonotizia

PREDAPPIO. “Perché questo premio a Frassineti? Perché è un sindaco molto coraggioso”. Così Andreas Maislinger, fondatore dell’associazione “Österreichischer Auslandsdienst – Servizio austriaco all’estero”, ha dichiarato in apertura del suo intervento sabato 3 settembre nel teatro Comunale di Predappio, poco prima della consegna della 11esima edizione del premio Austrian Holocaust Memorial Award (AHMA) al sindaco di Predappio. Giorgio Frassineti è il primo italiano a riceverlo, per il suo impegno nella ricerca svolta su fascismo e nazionalsocialismo e per la volontà dimostrata nel portare avanti una visione obiettiva su questi temi, attraverso un Centro di Documentazione del Novecento in fase di realizzazione nella ex Casa del Fascio di Predappio. “È il sindaco di un piccolo paese – ha proseguito Maislinger – ma la sua politica è di livello mondiale. Con questo riconoscimento intendiamo aiutarlo a proseguire su questa strada, e vogliamo continuare a lavorare con Predappio”. La strada dei due si era già intrecciata nel 2010, quando Frassineti venne invitato a tenere una conferenza a Braunan am Inn, in Austria, paese natale di Adolf Hitler. Un’esperienza non facile per lui: “Qualche mese prima – ricorda – invitato a Forlimpopoli per parlare di Mussolini, mi accolsero tirandomi pomodori… Fu importante, invece, conoscere sindaci e amministratori di paesi segnati dalla storia, con problemi simili a quelli di Predappio”. A parlare di scelta coraggiosa è anche Alberto De Bernardi, professore di Storia contemporanea presso l’Università di Bologna e presidente dell’Istituto Parri di Bologna, al quale il Comune di Predappio ha affidato l’incarico di progettare l’esposizione permanente che sarà collocata all’interno dell’Ex casa del Fascio e dell’Ospitalità. “L’Italia – dice De Bernardi – fatica a fare i conti con la propria storia. A livello nazionale non c’è né un museo sul fascismo né sull’anti-fascismo. Un museo sul fascismo lo si poteva fare a Roma o a Milano, ma farlo nel paese dove il dittatore ha costruito il mito di se stesso ha un altro valore, educativo e culturale, anche per i nostalgici che qui vengono in pellegrinaggio. Il lavoro di Frassineti – ha sottolineato – s’inserisce in un contesto particolare, che rende il suo sforzo ancora più serio e originale. È importante che questo cammino sia cominciato. E se è cominciato il merito è esclusivamente suo”. Poi la consegna del premio, tra l’emozione generale e la commozione del primo cittadino: “Nel nostro Paese – ha affermato il sindaco Frassineti nel suo discorso conclusivo – forse si è preferito esorcizzare il passato più che stimolarne e consentirne la comprensione, a differenza di quanto invece viene fatto in parte dei paesi che hanno conosciuto diverse forme di totalitarismo. Ciò peraltro è testimoniato anche dalle reazioni che il nostro progetto ha suscitato: grande interesse e comprensione sul piano internazionale, ma anche prese di posizione caratterizzate da scarsa o nulla conoscenza della realtà, diffidenza, pregiudizio e sommarietà di giudizio sul piano interno, se si escludono molti storici che, nel vivo della loro ricerca, hanno riletto con criteri innovativi ed aggiornati quella fase storica. C’è chi paventa un rischio di apologia, considerando magari inevitabile per un museo una vocazione ‘celebrativa’, c’è chi ritiene improprio chiamare ‘museo’ un’istituzione espositiva fondata sull’impiego di tecnologie comunicative piuttosto che sulla raccolta e conservazione di oggetti definiti; c’è chi ritiene, dopo settant’anni, ancora prematuro’ affrontare in termini di divulgazione pubblica l’analisi su un ventennio di storia e sulla persona che ne rappresentò la sintesi in termini di potere e di cultura autoritaria, cioè Benito Mussolini. C’è chi teme che l’iniziativa sia destinata ad enfatizzare la presenza di frotte crescenti di nostalgici. C’è chi, aborrendo comprensibilmente il fascismo, immagina come conseguenza ovvia la censura del termine stesso; c’è chi magari condivide l’idea, ma la vede realizzata altrove (Roma, Milano), non cogliendo l’importanza simbolica di Predappio. C’è infine chi ‘sogna’ una riabilitazione storica, che non c’è e non può esserci. Nulla di tutto questo. Il nostro progetto – sottolinea Frassineti – è supportato da solide convinzioni democratiche. Per noi conoscere non significa necessariamente perdonare, per noi la condanna di chi incarnò il totalitarismo di quegli anni è netta ed oggi si estende a tutte le forme di totalitarismo che hanno schiacciato l’Europa nel 900. Rispetto alla città di Predappio ed alla sua storia, il progetto dell’Ex Casa del Fascio rappresenta un sorta di contrappasso e, perché no, facendosi carico del superamento di un vuoto che caratterizza l’intero paese, anche una forma di riscatto culturale, che ne giustifica la candidatura a polo nazionale per la storia del Novecento più di qualunque altro luogo”. L’incontro ufficiale, introdotto dal vice sindaco Chiara Venturi, moderato da Felix Hafner e intervallato da interventi musicali del Trio Art Noveau, ha visto anche la trasmissione video del messaggio augurale inviato dal presidente austriaco uscente Heinz Fischer e del Ministro per i beni sociali Alois Stöger. Ufficio Stampa del Comune di Predappio

Project Details

  • Date 7. September 2016
  • Tags Pressearchiv 2016

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